Climbing addiction-dipendenza da arrampicata, spunti presi da articolo del giornale F.A.S.I

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samu.sc
icon13  view post Posted on 28/1/2008, 13:16




Dell'arrampicare e dell'arrampicata sono stati scritti fiumi di parole, queste righe, poche o molte che siano, vogliono dare una spiegazione psicologica, e per quanto possibile, scientifica, di quella che si potrebbe definire dipendenza da arrampicata.

A chi pratica questo sport, sia in falesia che in palestra, capita di cadere in una sorta di dipendenza ,nel senso che arrampicare diventa una necessità quasi fisica , l'appuntamento con l'allenamento settimanale diventa momento atteso, e si percepisce la necessità di muoversi verso l'alto, ed ogni posto, diventa luogo dove immaginare la verticalità, in una sorta di continua sfida che vede l'atleta proiettato verso nuovi confini e nuovi limiti.

L'origine di tutto vede una molteplicità di sentieri che vanno percorsi con ordine per capire da dove nasce tutto ciò.

1- Aspetti antropologici dell'arrampicare
L'arrampicata è un istinto innato dell'uomo. La ricerca della verticalità, intesa come ricerca di sicurezza e come istinto fondamentale per la sopravvivenza e quindi per la vita. spiegandolo moltosemplicemente. milioni di anni fa, i nostri Antenati sono scesi da un albero, un luogo sicuro, per iniziare la nostra esperienza orizzontale. Trascorso qualche milione di anni la ricerca della quiete e della sicurezza nella verticalità si è trasformata nell'abitare in grotte, luogo montano e verticale per eccelenza, seguito poi da palafitte. in seguito sono arrivati i castelli con muri alti per la difesa e le torri.....

2-Aspetti di spicologia del profondo dell'arrampicare
Nella verticalità vi è una forte presenza di vita o di morte(Eros e Thanatos) l'andare verso l'alto come istinto di vita ma poi il rischio di cadere, quindi implicitamente di morire è presente in maniera altrettanto forte. E' proprio lo scontro di queste due pulsioni, letteralmente appese ad un filo, che spiega un altro pezzettino del fascino di questo sport.

3-Aspetti primari dell'arrampicare
Arrampicare come esperienza o ri-esperienza della nascita. L'imbrago si lega alla corda proprio all'altezza ell'ombelico.Nessuno se lo ricorda, se non rivivendolo nei sogni, ma siamo tutti nati cadendo appesi ad una corda.Ancora ritorna fortissima la vita, come primo respiro, le luci, la fatica cupa e poi finalmente si arriva e si può cadere, confidando in qualcuno che ci sostiene fino a terra.

4-Aspetti neurofisiologici
Come in ogni sport vi sono dei meccanismi neurologici legati al movimento e al benessere che questo procura.Muoversi, raggiungere dei risultati permette permette al nostro corpo di rilascirae una sostanza chiamata endorfina. Si aggiunge quindi un altro elemento alla catena che porta verso l'alto. Elemento questo legato al soddisfacimento personale e alle sue implicazioni biologiche. Si instaura quindi una sorta di meccanismo ricompensa, dove ad una fase iniziale ricca di adrenalina e vissuta intensamente, segue la fase di rilascio dell'endorfina con conseguente appagamento sensoriale ed emotivo.Questa da sola non riesce a spiegare la frenesia dell'arrampicare, ma aiuta a comprendere la portata e la complessità dei meccanismi che stanno alla base del gesto atletico.

5-Riti, magie ed estasi mistica
Vi è poi un aspetto rituale dell'arrampicare, fatto di gesti e saluti, di abbigliamento, di luoghi e persone. Chi arrampica conosce chi arrampica, sa dove arrampicare e riconosce la magia del gesto atletico porato a livelli estremi. Si segue poi u preciso rituale prima di iniziare a d arrampicare (imbrago, scarpette, magnesio...) e si riconosce l'autorità e la competenza di chi, più anziano o più bravo, ne sa più di te...
Emerge quindi un altro aspetto importante, legato alla gruppalità e ritualità che forse aiutaa d esorcizzare l'ombra della morte isita nell'attività. quindi aspetti legati alla socialità, all'accettazione in un gruppo di eletti che richiede prove più o meno esplicite per farne parte. arrampicare richiede concentrazione totale, si è soli con le mani e i piedi sulla parete, non vi è spazio per altri pensieri che non siano dove trovare il prossimo appiglio. chiaramete un'esperienza così totale appaga e infonde energia e chiede di essere ripetuta.

6-Appartenenza e arrampicata
Non sempre si riesce a raggiungere la cima della via e capita di dover rinunciare.Le emozioni che attanagliano il climber allora quali sono? frustrazione, rabbia per non essere arrivati, voglia di riprovarci appena possibile. Ma l'idea che pervade un'arrampicatore è quella di essere respinti dalla montagna.
chi fa il climber sa che per capire meglio come stanno gli altri bisogna innanzitutto capire come stiamo noi. si parla di montagna perchè è li che si presenta più forte questa sensazione.
La parete diventa una sorta di famiglia, di piccolo nido nel quale riconoscersi e crescere, fino a quando, passo dopo passo, una volta arrivati in cima, la montagna ci accoglierà e ci abbraccierà, infondendoci quel senso di sicurezza così strettamente legato alla storia di ognuno.

7-Conclusioni(e tra voi state pensando....meno male!!!)
fidarsi e affidarsi, rendersi partecipi di un'avventura, di un brivido e di un'emozione breve ma intensa, rivivere esperienze primordiali insite nella nostra natura, antichi archetipi mai sopiti di un'epoca lontana.
L'arrampicata come metafora e storia della vita, della nostra come dell'Uomo(inteso come storia evolutiva)? Forse è questa in definitiva l'essenza dello stupore che lega chi prova e pratica questo sport, a tante corde gettate su una parete una dopo l'altra. Dare significato, vedere appigli ovunqui, ardere nel desiderio della verticalità, sono emozioni proprie solo dell'arrampicata e accomunano tutti quelli che un bel giornohanno alzato la testa e hanno pensato "ci voglio provare anch'io" scoprendosi, o in definitiva ri-scoprendosi climber per tornare da dove , tanto tempo fa, erano partiti.

Articolo originale scritto da Marco B.
Sintetizzato per voi da Samu
 
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nello20
view post Posted on 29/8/2008, 17:45




Condivido pienamente ciò che c'è scritto...è vero...quando scopri l'arte dell'arrampicare poi non ne puoi più fare a meno...credo che dopo un po', come si dice nell'articolo, venga naturale immaginare come salire su una qualsiasi parete che si vede in giro...
 
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madtia92
view post Posted on 12/11/2008, 21:50




si è come una droga, una dipendenza la tua mente pensa solo a quello.. tutto cio che vedi pensi a come scalarlo.... almeno io la vedo cosi
 
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2 replies since 28/1/2008, 13:16   637 views
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